Campobasso città ossequiante, il che alimenta ancora di più il dissenso dei cittadini verso le Istituzioni

Campobasso non solo non città giardino, ma addirittura ossequiante il che alimenta ancora di più il dissenso dei cittadini verso le Istituzioni poco attente a questa realtà piombata nuovamente tra le realtà di serie B, non ce ne voglia nessuno ma è la verità. Ossequiante a tal punto da chiudere il centro città, anzi semi blindarlo, per la presenza in città del Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini per inaugurare l’anno accademico dell’Università agli studi del Molise, al centro in questi giorni, di un sommovimento tellurico causato da pubblicazioni copiate, fatte proprie e presentate da un professore per giunta parlamentare quale titolo per la partecipazione ad un concorso; ma questa è un’altra storia che, per il momento lasciamo da parte, anche perché se corrispondesse a realtà, e non lo dubitiamo, aumenterebbe ancora di più lo sconcerto dei molisani ed in particolare dei giovani che guardano all’ateneo con interesse. Dicevamo Campobasso ossequiante che dalle prime ore del pomeriggio del trentuno marzo ha visto la limitazione al traffico in tutto il perimetro che interessa buona parte del centro città e della città vecchia. Come non bastasse, anche se qualche dubbio ci è sorto, pare che la gentile Presidentessa accompagnata da una giornalista delle Iene, si sia recata a cena fra la curiosità di tutti in un noto ristorante situato nel cuore della città, cosa che ci lascia dubbiosi anche perché oggi è il primo di aprile giornata per antonomasia dedita agli scherzi. Presenza che, come accade in questi casi, se fosse confermata, visto che i social network hanno postato fotografie della cosa, ha portato ad elevare il grado di sicurezza con tanto di disagi specialmente per chi abita in quella parte della città. Per tornare alla visita Istituzionale, ci sorgono alcune domande, anche se sappiamo che non avremo mai risposte. Domande rivolte a chi è l’Istituzione stessa, di cui abbiamo massimo rispetto, come mai ci si ricorda solo ora che esistono “periferie” fino ad ora ignorate? Come mai la ventesima regione dello stivale ogni qualvolta arrivano le più alte cariche dello Stato deve mostrare il volto che non ha? E’ concepibile che solo in queste occasioni ci si vesta a festa? Quale sarà poi questa festa, ancora lo si deve capire. Potremo continuare ma ci fermiamo proprio per il rispetto che abbiamo nei confronti di chi siede negli scranni più alti del palazzo del potere. Perché, invece al posto delle blindature non si lascia che si guardi come sono le cose veramente? Perché non si lascia avvicinare la gente per esprimere il loro assenso o dissenso? Perché si vuole a tutti i costi falsare le realtà? Domande che sorgono spontanee che abbattono i veli messi per l’occasione. Veli che, sono il segno inequivocabile di un sistema che non ci appartiene, perché se ci appartenesse causerebbe ancora di più distonie in un Paese dove lo stereotipo è la consuetudine ma questo, evidentemente poco interessa perché è meglio coprire quello che potrebbe causare imbarazzi che da troppo tempo hanno spersonalizzato il volto e il carattere di chi vive in Provincia che, come è accaduto per la visita del Presidente della Repubblica si è voltato dall’altra parte, perché le parate sono la facciata di un qualcosa che non ci appartiene. Evidentemente il padre della lingua Italiana aveva ed ha ragione quando nella divina commedia scrisse: Vuolsi così colà dove si puote e noi aggiungiamo dove si vuole, altro non dimandar.
Massimo Dalla Torre

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