Ci siamo occupati più volte della paventata chiusura del punto Polfer alla stazione di Campobasso e abbiamo amaramente dovuto considerare che non sarà ‘paventata’ ma purtroppo effettiva e che il giorno triste sarà il 30 giugno. Alla base della decisione nazionale c’è un’ ipotetica necessità di taglio dei costi anche se, come abbiamo detto, la decisione non comporterà grossi risparmi per l’amministrazione pubblica e di contro rischia di creare grossa preoccupazione, lasciando di fatto sguarnito un punto nevralgico della città dalla costante attività di controllo del territorio, con probabili conseguenze in tema di sicurezza.
Nello specifico la decisione governativa trarrebbe origine dalla ‘necessità’ di riduzione del numero di appartenenti alla Polizia di Stato, in ottemperanza a quanto stabilito nella c.d. “Legge Madia”. I sindacati di polizia hanno preso subito posizione e fatto il possibile per scongiurare questa decisione; in passato il segretario generale del Coisp Molise, Giovanni Alfano, aveva anticipato la notizia ed espresso tutta la sua preoccupazione e di recente anche il il Segretario generale Provinciale del SILP CGIL Roberto Persichilli ha dichiarato che di fatto la chiusura del punto Polfer nel capoluogo di regione “potrebbe determinare gravi conseguenze all’attività di sicurezza delle reti ferroviarie della regione Molise sul percorso CB-NA e CB-RM, con ricadute nei servizi di Polizia Giudiziaria. Senza tralasciare l’aspetto, paradossale, di sguarnire la sede del capoluogo di regione dell’unico ufficio di Polizia Ferroviaria, con effetti negativi anche nei servizi di prevenzione, specie dopo la chiusura del Posto di Polizia Ferroviaria di Isernia”.
Torna sull’argomento per ulteriore approfondimento il Segretario generale Regionale del Coisp Molise, Giovanni Alfano –
“Il prossimo 30 giugno chiuderà il posto di polizia ferroviaria di Campobasso. Una chiusura di cui si parlava da mesi ma che non è stata scongiurata – commenta con rammarico. Campobasso diventa così l’unico capoluogo di regione sprovvisto di un presidio di questo tipo. L’unico attivo sul territorio regionale rimane quello di Termoli. Il personale, di circa 10 persone, sarà smistato tra Questura, Polizia stradale e la Scuola agenti di Campobasso. Non ce l’abbiamo fatta, la sicurezza è considerata un costo anche quando non lo è. Il sindacato denuncia il rischio che la mancanza di un posto di polizia ferroviaria in città possa far aumentare gli episodi di criminalità soprattutto in quella zona centrale della città. Da Roma hanno ritenuto chiudere questo ufficio senza confrontarsi con i referenti territoriali. Hanno tenuto presente dei numeri e delle statistiche di un decennio fa. Tra qualche tempo ci accorgeremo dell’enorme sbaglio che si sta commettendo”.
Il provvedimento va aldilà della mera logica economica e pone un tema ‘morale’, che viene evidenziato dallo stesso Alfano.
“Lasciare sguarnita quella zona è una sconfitta soprattutto per i cittadini. Ci sarà una percezione della sicurezza pari a zero. Oltre a tutelare i passeggeri si tutelano anche i semplici cittadini che attraversavano il sottopasso per raggiungere via Novelli o via Giambattista Vico. Tra non molto perderemo in termini anche di decoro urbano. Infatti, prendendo Isernia come esempio, da quando è stato chiuso l’ufficio polfer all’interno della stazione ferroviaria c’è una differenza abissale tra il prima e dopo. Ad oggi la stazione ferroviaria di Campobasso è un salottino. Molti turisti hanno avuto la prima impressione di questa città arrivando proprio con il treno. In tutti questi anni di presenza dell’ufficio polfer a Campobasso ci sono stati migliaia di controlli e diversi interventi per la repressione di reati predatori e spaccio di droga. Infatti proprio questa è l’unica piaga che nel 2020, nonostante la pandemia, è aumentata ed a dircelo sono i dati ufficiali di fine anno forniti dalla locale Questura”.
Abbiamo espresso dubbi anche sulla portata economica del provvedimento, con risparmi non eccessivi per la pubblica amministrazione; il segretario del sindacato di polizia entra più nel dettaglio della questione.
“Non credo che chiudere il posto di polizia sarà un risparmio economico….anzi, ci saranno più disagi per il personale delle forze dell’ordine per dover intervenire in quel luogo lasciando scoperte altre zone della città. Ci saranno problemi soprattutto alla libera circolazione delle persone che a breve utilizzeranno spesso il mezzo pubblico, treno o metropolitana leggera, che dopo i lavori di elettrificazione sarà uno dei primi mezzi di trasporto utilizzati in regione. Ma bando ai numeri relativi alla circolazione quello che più ci dispiace è quello che Campobasso sarà l’unico capoluogo di regione ad essere privato del posto di polizia ferroviaria”.
Ci sono state reazioni istituzionali, in verità ‘blande’ ad eccezione di quella del senatore Ortis, che ha protestato pubblicamente, ma evidentemente non è bastato. Ma la mobilitazione generale in Molise non si è registrata.
“Speriamo di sbagliarci ma da qui a breve avremo modo di tornare sull’argomento con note di forti rimpianti. Abbiamo vissuto in regione un altro depauperamento simile quando fu chiuso il distaccamento della polizia stradale di Larino. Ebbene anche allora tutto avvenne nella più totale indifferenza; nessuno pensava che con la chiusura di quell’ufficio ci potessero essere tante conseguenze negative come l’aumento dei reati predatori nella piana di Larino ed una forte incidenza di infortuni stradali. Come in tutte le cose ti accorgi della loro importanza quando non ce l’hai più a disposizione. Nell’indifferenza più totale credo che anche questa chiusura ci costerà molto. Ad oggi spero in una forte azione politica per il ripristino immediato di quell’ufficio. Soprattutto per il bene dei cittadini e dei loro figli”.
Stefano Manocchio