Uno dei temi che stanno maggiormente a cuore alla popolazione, anche se adesso è diventata una preoccupazione ‘accessoria’ rispetto alle problematiche della salute in tempo di pandemia, è la sicurezza. Una statistica uscita dopo il rigoroso lockdown dimostrò che lo stare in casa, il divieto di aggregazione, i locali commerciali chiusi e, di conseguenza, privi di incassi avevano determinato una diminuzione dei reati; di contro tempo dopo, con le misure ‘allentate’ emerse un problema differente, quello dei furti nei locali che erano comunque ancora chiusi per lungo tempo. Il pericolo e chi lo genera non vanno mai in vacanza. La premessa per esprimere preoccupazione alla ripresa della notizia della chiusura del punto Polfer alla stazione di Campobasso.
La questione era stata trattata dai media locali abbondantemente nel mese di febbraio ed erano seguite alcune proteste istituzionali, evidentemente non sufficienti, se è vero che l’ipotesi è diventata drammaticamente attuale. Ora la notizia che la chiusura potrebbe essere imminente, forse questione di giorni. Il provvedimento sarebbe stato registrato nei giorni scorsi presso la Corte dei Conti, tra le ipotesi imposte dalla spending review; una decisione che non è l’unica per la nostra regione, ma segue altre chiusure di punti di sicurezza in Molise. L’unico punto Polfer aperto sarà fra poco quello di Termoli, dove obiettivamente il traffico ferroviario è tale da non far ipotizzare, anche per motivazioni economiche una chiusura.
La questione è stata riproposta da Giovanni Alfano segretario regionale del Coisp che nel ripercorrere le tappe che hanno portato al provvedimento ha espresso tutta a sua preoccupazione per le conseguenze che potrà generare in tema di prevenzione e repressione all’interno della stazione ferroviaria che, come avviene in tutta Italia è certamente punto sensibile, che necessariamente deve richiedere un servizio di vigilanza stretto. Questi i fatti, ma non posso esimermi da un commento. Condivido perfettamente le preoccupazioni di Alfano, perché sicuramente la stazione di Campobasso, in assenza di un punto di sicurezza stabile, mostrerà il fianco a fenomeni pericolosi in tema di sicurezza. Il sottopasso ferroviario, ora decisamente meno frequentato rispetto ai tempi ‘normali’, aggiunge elementi di pericolosità; basta la semplice assenza del simbolo di polizia e soprattutto l’assenza di personale in divisa sulle banchine o nei locali interni alla stazione ad infondere un pericoloso senso di sicurezza nella delinquenza locale.
La chiusura del punto Polfer, secondo me, è negativa e pericolosa, oltre che incomprensibile anche dal punto di vista del risparmio economico, visto che non si trattava di una struttura imponente con chissà quanto personale; era piccola ma perfettamente in grado di garantire sicurezza. Ora dovrà essere potenziata la vigilanza esterna per non far diventare la stazione di Campobasso feudo della delinquenza e del malaffare.
Ai campobassani viene meno un porto sicuro che dava tranquillità ed era anche nella memoria della città e saranno diverse le situazioni di disagio che si potrebbero creare in seguito a questa incomprensibile decisione. La mentalità ragionieristica a volte fa danni di gran lunga maggiori rispetto al risparmio dei costi; e questo è molto triste.
Stefano Manocchio