Ci sono zone, a Campobasso, che raramente occupano le cronache cittadine pur essendo interessate da problemi esattamente come le altre; è il caso di Piazza Savoia che, fatta eccezione per le polemiche (perfettamente motivate) sull’ex-Roxy, per il resto vive nell’oblio mediatico. Raccogliamo adesso le proteste di alcuni residenti nella via, che lamentano le costanti trasgressioni al codice della strada da parte di automobilisti indisciplinati. Nello specifico è costante il transito in divieto di accesso in Piazza Savoia e immissione in Viale Elena, quindi per un tratto contromano, da parte di auto che regolarmente parcheggiano sulle e strisce pedonali, in un tratto di strada parzialmente inibito al traffico e, quindi, poco controllato dai vigili urbani, pur essendo a ridosso del Corso principale, quindi nel cuore della città. Soste che durano ore, in dispregio delle norme urbanistiche. Ma c’è di peggio: altri usano parcheggiare anche nei pressi dei bidoni della differenziata per non pagare il ticket. I problemi esistono anche nelle strade contigue: tra Viale Principe di Piemonte, Via Trivisonno e Piazza Savoia parcheggiano in divieto di sosta in decine al giorno, casomai per svolgere un servizio di mezz’ora, ma a volte anche per tempi più lunghi. Tutta la discesa di Via Trivisonno è fatta oggetto di sosta in doppia fila, ma anche in Viale Principe di Piemonte la situazione non è migliore: auto con le ruote sulle strisce pedonali (sempre per evitare di pagare la sosta). Ora, aldilà del mancato introito per il Comune, con decine di contravvenzioni non elevate al giorno, il problema vero è il disagio di chi deve attraversare e trova l’auto davanti a sbarrargli la strada, il disabile che trova la rampa occupata da una grande automobile, chi deve uscire dal parcheggio ed è bloccato dall’auto in doppia fila. In sostanza l’inciviltà che sta prendendo piede con prepotenza ed arroganza a Campobasso, in questo tratto del centro trova la massima e peggiore espressione. Chiediamo a chi di dovere di intervenire, perché il caos e la furbizia sono diventati insopportabili per chi rispetta le regole.
Stefano Manocchio