Abbiamo visto come siano in itinere i lavori per nuove piste ciclabili a Campobasso nella zona tra Selva Piana, Via Tucci e Santa Maria de Foras e come i lavori portino dietro un inizio di polemica per la disomogeneità del percorso e l’abbattimento di alcuni alberi, a cui peraltro il Comune ha dato spiegazione. Questi lavori vennero inseriti nel cosiddetto ‘bando periferie’ (letteralmente ‘la periferia come centro’) stabilito all’interno del ‘Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia’ con DPCM del 25 maggio 2016, dall’allora governo Gentiloni; un programma ampio di importo complessivo per Campobasso di circa 18 milioni di euro poi ‘rallentato’ a seguito di vicissitudini burocratiche compresa , supponiamo, la pandemia, almeno nel periodo del lockdown. Letteralmente il complesso dei lavori dovrebbe riguardare (come stabilisce la Delibera di Giunta comunale n.170 del 26.07.2016 e successivamente la n.180 sempre del 2016):
- realizzazione/rinnovamento del sistema fognario;
- riqualificazione del comparto di S. Antonio Abate;
- recupero/riqualificazione del mercato coperto di Via Monforte;
- realizzazione di percorsi pedonali e/o ciclabili e percorsi benessere;
- regimentazione delle acque;
- recupero/riqualificazione del comparto ricompreso tra l’area di S. Antonio Abate e l’area di Selva Piana (zona fieristica/stadio), con particolare attenzione al perseguimento di obiettivi aventi riflessi sulla condizione sociale della popolazione ivi residente;
- realizzazione di svincoli per il potenziamento della mobilità.
- Nell’atto si stabilì anche che la quota del 5% delle risorse dell’investimento sarebbe stata destinata alla predisposizione di uno studio di fattibilità relativo al recupero/riuso dell’edificio e dell’area dell’ex mattatoio comunale in Via Garibaldi;
Il bando riguarda la programmazione della Giunta Battista, che va detto ad onor del vero ottenne il massimo possibile; l’avvio della fase della progettazione (ad eccezione delle piste ciclabili, per le quali era già stata approvata) dovrebbe portare ad una definizione delle pratiche burocratiche ed in seguito all’appalto dei lavori conseguenti. Non è esagerato dire che si tratta di opere che daranno in parte un nuovo aspetto alla città, soprattutto naturalmente il mercato coperto, che da troppi anni offre uno spettacolo di abbandono e sofferenza, oltre che di degrado; ed è di questo che ci vogliamo occupare oggi, anche considerando che di quella fetta di cospicuo finanziamento l’immobile di Via Monforte assorbe buona parte, esattamente 9 milioni e 500mila euro.
L’idea della Giunta-Battista era quella di ricreare in piccolo ed adeguandolo al mercato di riferimento, un centro di valorizzazione dell’alimentazione e della gastronomia, sul tipo di ‘Fico’ di Bologna riposizionato sui livelli di Campobasso; ciò senza creare ‘concorrenza’ con le altre attività del settore, soprattutto quelle confinanti nel centro storico, ma anzi allargando il discorso anche per creare sinergie commerciali. Quindi filiera agroalimentare e ristorazione, coinvolgendo diverse categorie; a corredo anche 70 parcheggi, ridefinendo anche gli spazi previsti su Via Monforte ed in ideale collegamento con il parcheggio di Piazza Venezia, eliminando le barriere architettoniche. L’Amministrazione Gravina, al netto delle polemiche sulla ‘mancanza’ di diverse centinaia di migliaia di euro per opere necessarie (ipotesi decisamente rigettata dall’ex-sindaco Antonio Battista anche a nome della sua Giunta) ha rivisto la sistemazione interna degli spazi, evidentemente non condividendo quella stabilita dalla precedente amministrazione, mentre non c’è ancora traccia delle ipotesi di un progetto di gestione dei locali. Battista, da noi contattato, ha anche ricordato la ‘querelle’ per l’annunciato spostamento del mercato verso quello del quartiere Cep, annunciata con lettera dal sindaco Gravina, per l’inizio dei lavori nel Gennaio 2021: ma ha fatto presente che ad oggi il mercato non è stato spostato e i lavori non sono iniziati e pare che nessuno sappia la motivazione di ciò. L’ex-primo cittadino ravvisa la necessità di un Consiglio monotematico per affrontare la questione.
Sull’argomento abbiamo sentito il parere anche di un altro consigliere comunale d’opposizione, Salvatore Colagiovanni.
“Sapevamo che si sarebbe dovuta bandire la gara, poi abbiamo appreso che tutto era stato rinviato, come non c’è stato lo spostamento del mercato al Cep e tutti hanno mantenuto il silenzio sui motivi, tranne il sindaco Gravina che ha parlato di un problema burocratico. Il mercato coperto è uno dei simboli della città e per i campobassani è l’agorà cittadina- dice ancora Colagiovanni – ed a suo tempo, durante la precedente legislatura, facemmo anche un sopralluogo per vedere se ci fossero stati motivi di rischio ad impedire nuovi lavori e per dare una svolta verso la rivitalizzazione dell’attività al suo interno. Bisogna dare un’accelerata per non chiudere la questione palleggiando le responsabilità. Chiederò in commissione e nelle riunioni dei gruppi consiliari che se ne parli presto in Consiglio comunale. Hanno fatto i sondaggi e non se ne è saputo più niente; siamo tutti rimasti alla lettera del 2021 e di fatto non sappiamo perché da allora tutto sia rimasto fermo. I cittadini vogliono sapere e mi farò promotore, insieme con altri consiglieri d’opposizione e con l’intenzione di coinvolgere anche i colleghi del PD, di un’apposita interrogazione”.
Speriamo che si arrivi alle spiegazioni da parte della maggioranza consiliare e ancor più alla soluzione del problema.
Stefano Manocchio