Il Miracolo della classe
Carissimi ragazzi e ragazze,
finalmente suona la campanella. Tutti in classe. Tutti pronti a seguire le lezioni. Non più on-line. Ma in presenza, finalmente! Non in distanza, ma a viso aperto, con gli occhi spalancati per godere della scuola, degli amici, dei tuoi compagni. Ritorna la classe, la tua classe. Si riapre l’Istituto, corrono gli autobus di paese in paese, gli ambienti esterni parlano, la scuola riprende in pieno! Finalmente.
Sarà di certo un anno inedito. Nuovo e non prevedibile. Perché la pandemia ci ha accorciato le prospettive. Tutti facciamo fatica a progettare, a scandire un calendario, a tracciare linee di futuro. Per di più, il covid 19 ci ha distanziati, costretti a rispettare mille precauzioni. Lo sappiamo bene. Ma lo facciamo consapevoli che purtroppo non ci sono per ora altri rimedi contro il virus, così insidioso e sottile.
Proprio per questo, sento che non dobbiamo avere paura. Questo mio messaggio è proprio incentrato su questo aspetto: non abbiate paura! E’ l’invito tante volte ripetuto nei Vangeli. E’ perennemente attuale e moderno. Perché se la pandemia ci ha isolati, la scuola di nuovo ci riaggrega, ci unisce. Ci rende più attenti, vicini nel cuore, solidali negli affetti, curiosi, interessati. Questo è il miracolo della classe.
Non più solo contatti virtuali, pur necessari nei mesi primaverili di quest’anno, per seguire comunque le lezioni. Ma ora contatti virtuosi, belli, veri. In classe e non in casa, davanti ad uno schermo. Ora ritorna la lavagna, la campanella, gli incontri diretti. Superiamo insieme la paura, uno con l’altro, pur nella necessaria prudenza ed attenzione. Ma sempre nella fiducia.
La paura non ci contagi. Ci sia invece di vero “contagio” la voglia di cambiare, di riscatto, di rinascita, di ripresa. Non per moda, ma per necessità interiore e personale, oltre che sociale. E se la barca barcolla, resteremo a galla se sapremo restare uniti, solidali, premurosi l’uno dell’altro. E lo dico, proprio perché ci sembra invece che i messaggi siano in direzione opposta. Sembra quasi che questa pandemia ci abbia costretti a restare isolati, unici, distaccati. Quasi egoisti!
Invece no! La risposta al virus sta in un cuore fiducioso. In una parola che salva l’altro. In occhi che guardando, luccicano di bellezza. Sanno di cielo. Sognano cieli aperti, pascoli di gioco, pomeriggi al mare, vette da conquistare. Resta ancora aperta, tutta aperta, la sfida della vita.
Certo, con alcuni fraterni suggerimenti. Prima di tutto, non gettiamo nel cestino quanto stiamo vivendo. In scuola, in casa, nelle strade, nella vita sociale. E’ un pezzo di storia, importante. Da narrare, un giorno. Da scrivere nei diari per farne romanzi. Da siglare con note di bellezza, in canzoni di ribellione contro la paura. Filmiamo, narriamo, scriviamo, creiamo! Questo è il vero antidoto! Le pagine del Vangelo ci saranno di forte ispirazione! Perché Cristo è sempre stato un rivoluzionario, uno che ha lottato contro la paura! Ed ha vinto, pur salendo volontariamente sulla croce.
Poi amiamo di più la nostra bella terra incontaminata del Molise. Ci ha salvato, rispetto ad altre regioni del nord. Ci hanno salvati i Borghi, così incontaminati, con un bassissimo indice di trasmissibilità del virus. Qui la nostra gente si è fatta seria, precisa, attenta, curata. Grazie.
La scuola ci apra al mondo. Così sentiremo che i numeri sempre sono accompagnati da uno sguardo a tutti gli altri popoli. La Cina orami è di casa. E l’India è davanti a noi. Il virus ci ha insegnato la mondialità. Che sia non solo di conoscenza, ma anche di empatia, di tolleranza reciproca, di lingue nuove imparate con gioia, per poter comunicare con tutti. Abbiamo tutti le stesse problematiche! Ci scopriamo realmente fratelli e sorelle.
Abbiamo più cura del Creato, della natura. Se la pandemia è scoppiata, non c’entra Dio e nemmeno il diavolo. E’ colpa di quella armonia che si è spezzata, di quel predominio sulle cose che ci ha reso voraci, incapaci di rispettare i ritmi del nostro pianeta. Corriamo troppo. Consumiamo troppo. Gettiamo troppe cose dalla finestra. Tocca a noi imparare ora un altro ritmo, più solidale e rispettoso. A cominciare dalla scuola dell’Infanzia e della Primaria, per riprendere il cammino nelle Medie e nelle Superiori.
La scienza vera e solidale, che guarda a tutti come fratelli da servire (e non da sfruttare!) ci è sempre più necessaria. Grazie a chi sa fare ricerche, con passione e competenza, anche dal Molise, come avete sentito. Grazie a loro, grazie a chi ci insegna, grazie a chi ci segue. Tutti possiamo diventare ricercatori stimati e necessari.
Ma sia sempre la Poesia che ci aiuta a sognare. Con le parola, perché siamo fatti di sogni non solo di lacrime, di preghiere e non di lamenti, per costruire canzoni di speranza e di luce, per vincere, tutti insieme, la paura.
Con il grazie vivissimo a tutti i Docenti, i Dirigenti scolastici in Regione e negli Istituti e gli operatori che con sacrificio rendono belle e sanificate le aule e gli ambienti. Grazie. Il Signore vi benedica, certi che costruite il futuro servendo il mondo della scuola.
Campobasso 14 settembre 2020, primo giorno di scuola.
+ p. GianCarlo Bregantini, vostro vescovo