Di seguito il discorso di Mons. Bregantini alla città di Campobasso dalla loggia del Municipio, nella ricorrenza del Corpus Domini.
“Questo momento è sempre occasione di grazia e di benedizione. Porgo perciò affettuosi saluti a tutti voi, alla gente di questa bella città, alle autorità tutte, ai giovani e ai tenti emigrati che conservano intatto il cuore in questo mirabile evento. Ai saluti, desidero ora porgere al cuore di ciascuno di voi la forza spirituale dell’evento, dal forte sapore folcloristico ma insieme fortemente spirituale. Poiché (come sempre abbiamo rilevato, di anno in anno con sempre maggior convinzione! La spiritualità fonda il folclore mentre il folclore concretizza la spiritualità. Mai l’una senza l’altra! Ma sempre insieme, in un “Et et “intrecciato e vitale. Perenne! Proprio per questo, sento che quest’anno abbiamo vissuto alcuni segni efficaci e intensi, di crescita cittadina.
A. La tenda dentro la chiesa della Libera, spazio di adorazione crescente, vivace e attivo. Eccola: è qui accanto. Sapete chi c’è quaggiù? C’è il Re dei Re! Il Signore che abita tra di noi, umilmente ma è sempre colui che tutto può, se di lui tu ti fidi!
B.La visita al carcere come processione iniziale, che vuole anche premiare la bella iniziativa dell’alternanza tra scuola e lavoro perché il momento dei colloqui, in carcere per i figli, sia di gioiosa e serena presenza.
C. La mensa alla “Casa degli Angeli” dove si alternano centinaia di volontari, di giorno in giorno, con fedeltà, per accogliere tanti immigrati e molti poveri. “corpo adorato è corpo servito”. Cioè “uno spezzare insieme il pane del cammino”.
Accanto ai tre segni, ecco tre parole, belle e vere. iniziano tutte con la S perché le ricordiate: Sinodalità, Solennità, Speranza. La Sinodalità è la parola chiave di questo anno. Ma è presente in modo diretto anche nella composizione di ogni mistero: tanti elementi, per un unico messaggio. A sua volta , tutti e tredici raccontano un unico mistero: “Il dono di Cristo nell’Eucarestia”. Tutti per tutti. Un pane, condiviso, e spezzato insieme, che è capace di saziare tutti! Tanti cuori, un’unica terra. Per un’unica identità!La solennità. Colpisce sempre la bellezza e la solennità dei colori, gli angeli con le loro ali spiegate al vento, l’incedere dei misteri, la perfetta regia in un unico svolgersi dei segni, l’armonia mirabile di questo protendersi verso il cielo. Così siano anche i nostri cuori: mai ripiegati su noi stessi, mai isolati in paure egoistiche, mai timorosi di perdere la nostra preziosa identità! Perché è proprio l’armonia dell’insieme a rendere veri i misteri! Perciò anche perenni e sempre nuovi. Pur se antichi. La speranza.
Ora una parola finale di speranza, la traggo guardandoli i misteri, uno ad uno! Per una pennellata ciascuno per ciascuna statua. Permettetemelo dopo ben dieci anni di stupore.
1. Sant’Isidoro cioè la bellezza dei nostri campi dorati, sotto il sole di giugno, per una dignità che si fa Pane Eucaristico
2. San Crispino, cioè il lavoro dei nostri calzolai. Il lavoro degli artigiani, che fanno operosi i nostri borghi antichi.
3. San Gennaro. cioè la forza culturale di una città, già capitale culturale del Molise e per tutti i nostri giovani, oggi universitari, in varie città del mondo! Con una preghiera, ammirata, per i due giovani morti insieme, solidali con i genitori, a Londra.
4. Abramo. Cioè la lunga barba di chi sa immolare anche i propri affetti, per la gioia e il bene di tutti! Bene comune, con fede!
5. La Maddalena. Icona del nostro Sinodo, che ci segue con gioia e ci risveglia con entusiasmo, nella corsa verso Gesù risorto!
6. Sant’Antonio Abate. Cioè chi resta saldo davanti alle seduzioni del demonio, perché radicato nella sua fede cristiana.
7. Immacolata. Simbolo della purezza di cuore e di sguardo limpido e parole sincero, con un ricordo a tutte le mamme, anche la mia da cielo, proprio il 20 giugno di sei anni fa.
8. San Leonardo. Che richiama la dura realtà del carcere, con i detenuti che chiedono speranza e lavoro! per un riscatto! Di tutti!
9. San Rocco. Esempio di carità gratuità, di chi fa della solidarietà lo stile della sua vita e la vera rivoluzione sociale, con un ricordo a tutti i volontari, segno di speranza, per tutti!
10. L’Assunta. E lo sguardo al cielo e la mano che rialza. L’imprenditore che riassume, il sorriso ritrovato nella malattia!
11. San Michele. Il mistero più fotografato. Ma in realtà è e resta il più eloquente: il trono del male viene rovesciato, le prepotenze che decadono, capovolto! Vince il bene! Sempre!
12. San Nicola. cioè l’amore per i piccoli e per i bambini con il pensiero alle nostre scuole, ferite ma rialzate con fiducia.
13. Il Sacro Cuore. Infine, si fa icona di chi fa dell’amore la sua legge e forza di figlio, fratello e famiglia, compagno di viaggio perché siano custodite le nuove generazioni, rappresentate così bene dai nostri portatori, senza i quali, nulla!
Non ci resta che benedire la forza mirabile di una tradizione perennemente valida, anzi crescente, di anno in anno! Ma il tutto ha una sorgente, l’ostia consacrata che questa sera porteremo in processione e che già da questo balcone benedirà l’intera nostra città è terra del Molise. Grazie!”