Boccardo, Uil: Miliardi di ore e centinaia di migliaia di donne: è ora di tutelare le nostre casalinghe

Le donne hanno effettuato 50 miliardi e 694 milioni di ore di lavoro non retribuito: le casalinghe, sono i soggetti che contribuiscono in maggior misura al lavoro non retribuito realizzato nel Paese e fondamentale per il suo benessere.

Questo il dato che spicca nel Focus dell’Istat sulle casalinghe in Italia e da cui parte la riflessione della Segretaria generale della Uil Molise, Tecla Boccardo.

“Analizzando i dati nazionali, non mancano spunti interessanti rispetto a un “mondo produttivo” vero e proprio ma che non viene ancora considerato tale, causa la mancanza di un sistema di legittimazioni e tutele formali.

Eppure si parla di oltre 7 milioni e 330 mila donne, 560 mila straniere, di cui oltre la metà non ha mai svolto un altro lavoro avendo dedicato, appunto, ai lavori domestici tutta la propria attività quotidiana.

Come immaginabile, la situazione economica delle casalinghe è spesso peggiore di quella delle donne occupate considerato che vivono in famiglie monoreddito, maggiormente esposte al rischio di povertà, soprattutto nel Sud.

Difatti, quando intervistate, quasi la metà delle casalinghe afferma che le risorse economiche della famiglia sono scarse o insufficienti.

Venendo alla nostra regione, ha proseguito Boccardo, la situazione è sicuramente interessante e coinvolge migliaia di donne. 38 mila e più, infatti, sono le casalinghe molisane, per la maggioranza oltre i 60 anni.

Di esse, rispetto alla condizione della salute, quasi sei su dieci dichiarano di avere una o più patologie croniche e quasi il 45%, in linea con il dato nazionale, lamenta difficoltà economiche nel nucleo familiare.

Ma nonostante alcuni indicatori che possono apparire negativi, un dato è superiore, seppur di poco, a quello nazionale: quello sulla soddisfazione per la vita che conducono.

Comunque, al di là dei numeri dell’Istat, bisogna ancora constatare che, ad oggi, dopo anni di discussioni, proposte, promesse, disegni i legge e bozze di provvedimenti, poco è cambiato rispetto all’argomento.

Più d’un Governo si è ripromesso di avviare una discussione seria che giungesse a una qualche forma di tutela e legittimazione “formale” della figura della casalinga, ma purtroppo, si è rimasti nel solito girone delle idee.

L’unico principio stabilito resta quello della Corte Costituzionale che nel 1995 ha definito il lavoro familiare come un attività lavorativa vera e propria e pertanto da tutelare in tutte le sue forme.

E allora, considerati i numeri che abbiamo davanti, i tempi sono più che maturi sia per migliorare il trattamento previdenziale che la prevenzione e la copertura degli infortuni domestici.

Il lavoro familiare, come dicevamo poc’anzi, rappresenta un bene concreto e quantificabile per l’intera società, non solo per gli aspetti gestionali, educativi, assistenziali e morali, ma anche economici.

Nel 2017, in un Paese economicamente avanzato, il lavoro della casalinga resta ancora un lavoro nascosto, ma che la Uil vuole valorizzare.

Sono le donne a svolgere principalmente il lavoro casalingo e sono anche queste le donne che possono essere determinanti per un futuro migliore del Molise.

Rendere poi più facilmente abbinabile questa attività con il lavoro svolto fuori casa, coniugandone tempi di lavoro e tempo di vita, offrendo supporti sociali alle necessità delle famiglia sarebbe davvero un bel traguardo.

L’auspicio, ha concluso Boccardo, è che si creino sia i presupposti culturali per condividere lavoro “tradizionale” e domestico, sia allargare le tutele e i giusti riconoscimenti a chi sceglie o si vede costretto a dedicarsi a tempo pieno alle faccende domestiche e offrire opportunità occupazionali “fuori casa” anche alle tante donne molisane.”

 

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