Spenti riflettori, smontate le strutture, chiusi i cancelli della BIT di Milano, ora “la palla” non solo nel senso simbolico, passa a chi deve mettere in atto le idee realizzando, creando dando corpo a quest’ultime con i fatti. Questo, è in estrema sintesi, quello che dovrebbe accadere all’indomani della “manifestazione fieristica meneghina che ha messo a confronto varie anime che costituiscono il tessuto imprenditoriale, specialmente quello turistico. Pilastro che rappresenta la base perché si sviluppi una realtà come la nostra fino a questo momento non troppo incisiva, anche se siamo una delle Regioni più interessanti del Mezzogiorno. Dicevamo, finiti gli echi e gli attestati di stima per quello che è stato proposto, da più parti, arrivano le sollecitazioni a dare “fuoco alle polveri” e agire di conseguenza, senza crogiolarsi al sole del successo, anche perché “le nuvole sono sempre in arrivo”. Un invito esplicito affinché si possa dare avvio alla parte più difficile degli impegni presi in occasione degli incontri tenutesi nel corso della chermesse milanese.
Un avvio che non sia né troppo soft, né troppo forte. Un avvio incisivo che faccia decollare, coniugando assieme, le proposte e i fatti come se fossero le dita di una mano. Un avvio in cui tutti, e quando diciamo tutti, remino a favore di corrente e se necessita anche contro, a dimostrazione che il Molise c’è e intende restarci senza alcun timore di essere accantonato dopo aver realizzato, anzi concretizzato quanto presentato e proposto. Proponimenti che si trasformino in realtà partendo da proprio dal turismo considerato un vero e proprio caposaldo, anche se quest’ultimo sotto molti aspetti deve essere migliorato specialmente qui. Un punto fermo che permetta alla nostra realtà di imporsi su quello che è definito il “deserto Meridionale”. Appellativo che spesso viene fuori a discapito di questa porzione di Paese appetita da molti ma guardata con sospetto per le sfaccettare spigolose che presenta e soprattutto offre.
Un punto fermo su cui si deve insistere se si vuole che il Molise esca dalle paludi e faccia si che la “desertificazione” che negli anni ci ha penalizzato sia un ricordo ma anche un monito ad agire. Un pilone di una costruzione che ci auguriamo possa erigersi senza alcuna crepa, altrimenti è destinata a crollare subito. Un qualcosa che possa essere il punto di partenza che rimanga a dimostrazione che non servono e le enfantizzazioni per svilupparsi; anche perché l’elefantizzazione spesso è causa di fallimenti, cosa che nella fattispecie ci si augura non accada. Ecco perché ora le idee devono lasciare spazio alle azioni. Le quali, sinergicamente e in positivo, vedano l’unione delle forze che prima di ogni cosa devono essere prettamente locali e non mascherate da tali. Forze che si materializzino nel Molise a dimostrazione che la nostra non è una regione “rannicchiata su se stessa”. Una regione capace di camminare con le proprie gambe senza l’ausilio di alcun “tutore” che nella maggior parte delle volte indebolisce e non fortifica; ecco perché, tra l’altro, il capoluogo di regione è stato considerato un luogo interessante da visitare, come il resto l’intero Molise non pianeta sconosciuto.
Massimo Dalla Torre