Ciò che resterà nella memoria di molti campobassani sulle elezioni comunali di Campobasso del 2014, oltre i risultati unici e rari, saranno le modalità ed i tempi dello scrutinio ad esse collegate.
Due giorni per conoscere il risultato ufficiale della consultazione di un piccolo comune come Campobasso, che per ogni sezione conta circa 650 voti espressi e che continua, anno dopo anno, a dimostrare l’inadeguatezza dei Presidenti di seggio e dei vari membri, nominati spesso dalla politica perché hanno una bella famiglia.
Se poi, a fornire altre 12 ore di attesa ci si mette anche una commissione ad hoc che invece di far prima, fa poi, la nottata è servita.
Comunque, al netto di questa considerazione di colore, il dado politico che la città aspettava è stato tratto ieri sera all’una di notte, quando ad Antonio Battista è stata assegnata la vittoria al primo turno delle comunali, con soltanto due voti oltre il 50 per cento, ossia lo 0,001%.
Un’inezia, ma che comunque consegna le chiavi della città al candidato Sindaco di centro sinistra che nessuno, se non qualche amico, dava vincente al primo turno considerata la corsa a 5.
Venendo al dopo elezioni proviamo a fare qualche considerazione di scenario.
Battista eredita una città con i conti in ordine, almeno così riferiscono gli uscenti, ma che ha bisogno di uno slancio culturale, più che economico, di grande urto. Ed allora dovrà essere bravo, Battista, a smentire quanti lo danno troppo vicino ad una generazione ormai retrò e troppo legata ad una gestione non più attuale della macchina pubblica.
La prima opportunità gli sarà offerta dalla composizione dell’esecutivo.
Mentre Di Bartolomeo si affidò colpevolmente, tranne che per Aldo De Benedittis, ai nomi imposti dai partiti della sua maggioranza e dai vari politici regionali, egli dovrà avere il coraggio di scegliere, tra eletti e non, una squadra che sia in grado di sostenerlo nella sua attività di gestione ed amministrazione della città.
Non abbia timore, Battista, di pescare anche tra persone esterne dall’amministrazione e non si spaventi se qualche politico da strapazzo comincia ad imporre e millantare la propria alleanza ed il numero dei propri eletti. Campobasso sta vivendo un momento cruciale e necessita di un cambio di passo.
Su 30 consiglieri, sfogliando i risultati, incontriamo ben 14 uscenti e parecchi di loro hanno collaborato con l’amministrazione uscente, ma da oggi sono in maggioranza, classificandosi anche nelle zone alte dello score finale.
Non tema Battista di guardare oltre un numero che si raggiunge, non solo con la propria bella faccia, ma anche grazie a sistemucci e stratagemmi che hanno poco a che fare con la liceità che alla politica ormai manca da un pezzo.
Indurisca l’addome invece e senza stare a guardare chi è primo e chi è quinto scelga donne e uomini che a suo avviso possono davvero aiutarlo nella sua delicata missione. E per sua fortuna di persone per bene e capaci ce ne sono tra gli i neo consiglieri.
E la fantasia del cronista vede anche una collaborazione con le opposizioni che, eccezion fatta per i rappresentanti del 5 Stelle che non collaborano “per statuto“, possono essere chiamate a lavorare fianco a fianco con il neo Sindaco.
I presupposti per tale azione ci sono tutti, considerato il grande rispetto mostrato negli argomenti e nei toni della campagna elettorale, quasi sempre educati e pacati, senza colpi bassi e violenti che toccavano il personale.
Michele Scasserra, ad esempio, potrebbe dare un valido contributo considerata la sua preparazione e competenza, così come qualche eletto nel suo gruppo. Lo stesso Di Bartolomeo che vuole un bene cane alla sua città potrebbe offrire qualche spunto di riflessione.
Vedremo, dunque, alla luce di questo scenario, come si proporrà e porrà Antonio Battista, uomo serio ed onesto e che ben conosce la macchina comunale, avendoci abitato per oltre 10 anni, anche coprendo ruoli di rilievo e di gestione.
L’auspicio di tutti è che si superino alcuni steccati imposti dalla vecchia nomenclatura nell’ottica di crescita e sviluppo. La macchina tra qualche giorno sarò in moto: a Battista il volante.