Riceviamo e pubblichiamo
Ci sono dei punti fermi e delle priorità che sono tali tanto per gli amministratori quanto per i cittadini-utenti. Priorità che rappresentano il bene comune, con la qualità della vita con l’istruzione, la sicurezza e la sanità. La sanità soprattutto. Sanità che torna al centro di nuove polemiche e di scontri politici che di certo non fanno bene al settore, da tempo in crisi e che ha bisogno, al più presto, di incanalarsi su un percorso che possa restituire centralità ad un settore cardine della vita di ogni cittadino.
A seguito di un lungo botta e risposta, tra il governo regionale e quello di Roma, sono stati nominati il commissario alla sanità, il generale Angelo Giustini, e il subcommissario Ida Grossi che si occuperanno di risanare i conti e di garantire il diritto alla salute. A loro va il mio augurio di buon lavoro, nella speranza che riescano a concludere quel progetto di risanamento di cui la sanità regionale ha urgente bisogno. Non entro nel merito di quanto è stato fatto finora, di scelte più o meno ponderate e delle conseguenze che hanno avuto sull’intero settore.
Ascolto però le voci che arrivano dal basso, dalla gente che incontro tutti i giorni, le necessità di chi opera nel settore e percepisco le paure di una popolazione sfiduciata che ha bisogno di essere rassicurata. Credo dunque che sia arrivato il momento di guardare al nocciolo della questione, ai veri problemi che assillano il settore che poi sono i problemi che riguardano ogni cittadino: le lunghe liste d’attesa, la chiusura di reparti, la mancanza di personale e, non da ultimo, un indispensabile collegamento volto ad una maggiore fruibilità dei sistemi di prevenzione e di cura. E poi c’è l’integrazione tra pubblico e privato, spesso frutto di logiche distanti anni luce dalle esigenze di una popolazione che vorrebbe una sanità più a portata di mano, semplicemente più efficiente e più vicina alle loro esigenze che sono le esigenze di un’intera regione.
È dunque indispensabile intervenire, quanto prima, per arginare problematiche che, ripeto, ci riguardano tutti da molto vicino. Occorre restituire centralità all’ospedale regionale Cardarelli, occorre puntare sulla sanità pubblica, difenderla e integrarla nel migliore dei modi con il privato. Integrazione che non deve diventare sinonimo di accordi o spartizioni politiche, ma di un piano strategico utile ad offrire all’utenza un servizio realmente efficiente. Integrazione possibile e necessaria se volta, dunque, a garantire alti livelli di sicurezza nei reparti, nei presidi territoriali e nei punti di primo soccorso. Valorizzazione della sanità pubblica e centralità del presidio di Tappino al centro di una battaglia che da anni porta avanti il comitato pro Cardarelli, presieduto dal dottor Tommasino Iocca che, in un recente incontro con gli organi d’informazione, ha messo sotto la lente d’ingrandimento gli atti del Programma Operativo Straordinario della precedente struttura commissariale. Analisi di criticità ma senza puntare il dito contro professionalità private che portano avanti egregiamente la loro attività, tanto all’interno quanto all’esterno di strutture pubbliche. Non voglio entrare nella polemica credo però che, in un Paese civile dove vige la democrazia e la libertà di espressione, si possa manifestare, anzi si debba manifestare, senza ledere nessuno, il proprio pensiero.
È un diritto di tutti e lo è ancora di più quando si tratta di un diritto importante qual è la sanità. Come cittadino, come sindaco di Campobasso e presidente della Provincia di Campobasso, mi auguro che saranno rivisti i Programmi Operativi Straordinari, mi auguro che si individuino soluzioni per le patologie tempo-dipendenti e mi auguro che tutto il comparto possa ritrovare la fiducia dei cittadini ed offrire un servizio di qualità a tutta la popolazione soprattutto in un ospedale, il Cardarelli, che deve avere centralità e valenza per la popolazione di Campobasso come per tutta la regione.
Il Sindaco della Città di Campobasso
Antonio Battista