Goliardia o noia alla base del gesto, i giovanissimi ammettono gli addebiti.
È di poco più di venti giorni fa la notizia che aveva destato indignazione nel piccolo centro alle porte di Campobasso. Vandali o abili ladri avevano fatto irruzione nella sede della ex scuola, oggi devoluta a sede della Protezione Civile Antincendio Boschivo, mandando in frantumi il vetro della porta d’ingresso e all’interno avevano messo a soqquadro gli ambienti e trafugato qualcosa.
Immediatamente dopo la denuncia, i Carabinieri della locale stazione hanno intrapreso proficua attività investigativa che ha permesso, nel volgere di pochissimo tempo di fare chiarezza sull’accaduto.
Infatti, le immagini delle telecamere di videosorveglianza sia private che pubbliche che monitorano l’area di interesse, ed alcune testimonianze hanno consentito di individuare un gruppo di quattro minori, dell’età compresa tra i 15 e 16 anni, alcuni del posto ed altri di comuni viciniori, che forse per un gesto goliardico o per noia, la sera del 28 agosto u.s. danneggiavano la vetrata della porta d’ingresso del locale e una volta all’intero rubavano 10 euro in contanti, coltelli da cucina, alcune radio portatili – poi restituite – e consumavano diverse derrate alimentari ivi stipate a disposizione dei volontari in caso di intervento.
Gli ingressi nel locale erano stati ripetuti nel corso della serata, probabilmente nel tentativo di eludere eventuali controlli da parte delle pattuglie in servizio perlustrativo, che quotidianamente si preoccupano in via prioritaria di evitare aggressioni a patrimonio pubblico e privato – con particolare riguardo alle abitazioni – e che mai avrebbero pensato che
qualcuno potesse ritenere appetibile la sede di un servizio così utile per la collettività.
Per il gesto, risponderanno tutti in concorso tra loro all’Autorità Giudiziaria Minorile di Campobasso, cui sono stati deferiti, che ha al vaglio le risultanze info – investigative dell’Arma.
L’auspicio, chiosa il C.te della Compagnia di Bojano, è che l’episodio e la sua divulgazione possa servire come monito e non come emulazione, sia per gli autori e relativi coetanei, che per le istituzioni chiamate sempre più spesso a costruire quella rete sociale che possa fare sistema intorno a problematiche giovanili sempre più attuali.