Di Massimo Dalla Torre
Parafrasando una pubblicità che, a quanto pare, è rimasta impressa nella mente di moltissimi, i
partiti competitor alle prossime elezioni amministrative che riguardano il capoluogo di regione,
dovranno rivedere i propri schieramenti in quanto in queste ore si registrano molti dinieghi da parte di chi è stato indicato come persona su cui pensare in qualità di capofila. Persone appartenenti anche alla società civile che, pur ringraziando dell’offerta ricevuta, hanno deciso di non accettare la designazione creando finanche sbandamento si fa per dire, nelle file dei partiti, nella fattispecie ci riferiamo quanto sta accadendo in casa PD e co. Perché il prof.preside dirigente scolastico Umberto Di Lallo, ha detto no ad essere il candidato per la coalizione del centro sinistra a sindaco della città capoluogo di regione.
Sulle ragioni del diniego del prof. Di Lallo, non entriamo in merito, anche perché, sicuramente saranno valide e di questo ne siamo più che sicuri. Diniego, forse, azzardiamo ipotesi, che non c’è molta chiarezza all’interno delle coalizioni politiche che, proprio in questi giorni fanno arrivare messaggi confusi soprattutto al cittadino elettore che, a giugno, sarà chiamato ad esprimere il proprio voto a favore di chi dovrà essere il sindaco, sia esso di centro sinistra o di centro destra, del capoluogo della ventesima regione d’Italia. Diniego che ha fa registrare una serie di piccole scosse telluriche in merito, in quanto sembrava cosa fatta, anche perché l’indice di gradimento era piuttosto positivo, in quanto si tratta di un professionista al di sopra delle parti, tra l’altro stimato, soprattutto perché molto vicino alla società civile, ai ragazzi e
soprattutto al mondo della scuola, indicato da sempre come il campo ideale dove trovare la
cosiddetta quadratura del cerchio, nella fattispecie governo della città.
La quale, da tempo, nonostante gli sforzi, non sempre è armonizzata dagli amministratori che spesso non sono in linea con le esigenze dei campobassani attenti osservatori delle azioni che promanano dai palazzi della politica. Campobassani che sicuramente avrebbero gradito, almeno lo speriamo, la scelta di un nome nuovo e non di chi pur di rimanere nel parterre di quelli che contano, non hanno esitato negli anni a praticare lo sport per eccellenza ossia il salto della quaglia, e non dell’aquilone, come ebbe a dire un politico che siede ancora sugli scranni del Consiglio Regionale, passando da destra a sinistra o al centro e viceversa, il che non depone assolutamente a favore di chi si ripropone al cittadino in qualità di amministratore. Ora cosa accade? I messicani direbbero “chi en sabe”.
Un dilemma che costringe in queste ore rimettere la palla a centro campo e cercare di portare a
termine la competizione, si spera senza frazioni o separazioni, con la speranza che non ci siano
altri uomini o donne del monte che dicano no.