Una interessante serata all’insegna della storia e della cultura: è quella vissuta dai cittadini di Santo Stefano ieri, domenica 21 giugno 2015, che hanno avuto la fortuna di ascoltare una lezione di storia dell’architetto Franco Valente, il quale ha illustrato la vita di Amedeo VI di Savoia, meglio conosciuto come il Conte Verde, morto il 1° marzo 1383 nella frazione di Campobasso. Il momento di confronto storico, organizzato dall’Associazione Culturale Proloco Santo Stefano e patrocinato dall’assessorato alla Cultura del Comune di Campobasso, ha visto una numerosissima partecipazione. Oltre all’architetto Franco Valente, hanno preso parte all’evento l’assessore alla Cultura, Emma de Capoa, il consigliere comunale, delegato alla frazione di Santo Stefano, Maurizio Biagio D’Anchise, e l’ex assessore comunale ed ex consigliere regionale Felice Di Donato, il quale ha fatto gli onori di casa.
La serata è iniziata con l’interpretazione di alcune delle odi dedicate al Conte Verde, tratte dal Canto storico di ‘G. Prati’, a cura dell’attrice Mariacarmela Di Tommaso, col sottofondo musicale curato dalla violinista Federica D’Addario.
“Stiamo lavorando bene a Santo Stefano – ha affermato, a inizio serata, il consigliere comunale Maurizio Biagio D’Anchise -. A breve – ha spiegato – porteremo delle risposte alle istanze dei cittadini di Santo Stefano, dove sono ben lieto di lavorare. Ho trovato, infatti, un ambiente accogliente ed ospitale. Stiamo lavorando affinché si possano soddisfare le esigenze richieste, come quella del cimitero, dell’aggancio al Rivolo, della cura del verde pubblico e della pulizia delle strade”.
“Sono felice che questo momento culturale – il saluto dell’assessore Emma de Capoa – si sia rivelato particolarmente partecipato. Amedeo IV, il Conte Verde, ha scritto da protagonista la storia politico-economica del Quattordicesimo secolo. Non fu solo un condottiero, bensì anche un illuminato legislatore. Diede il primo statuto al Regno di Savoia, ancora in fase di ampliamento e costituzione, e istituì l’istituto del gratuito patrocinio per le spese legali in favore dei meno abbienti. È legato al Molise perché morì a Santo Stefano, arrivato nel Meridione in aiuto a Luigi II d’Angiò, probabilmente nel castello, che oggi non c’è più, dove con lui si trovavano circa mille cavalieri”.
È toccato all’architetto Franco Valente mettere in evidenza, raccontando la sua storia, le influenze che lasciò Amedeo VI di Savoia nella futura Italia ed Europa. “La memoria cammina di pari passo alla nostra identità – ha discettato Valente – e non si costruisce un futuro senza conoscere la storia. Sono rimasto sorpreso che a un evento culturale, di conoscenza storica, tra le altre cose di una domenica di giugno, siano accorse così tante persone. Il Conte Verde, purtroppo, a Campobasso è conosciuto solo perché esiste una strada a lui dedicata e per un dipinto che lo raffigura all’interno della Banca d’Italia. Amedeo VI ha lasciato alla storia alcuni segni della Croce Sabauda, quella concessagli dal Papa per la guerra del 1362; il nodo sabaudo; dal suo statuto, volto a conferire una prima importante organizzazione statale, nacque il Regno di Savoia e lui è stato il precursore del gratuito patrocinio per i meno abbienti che non potevano pagare il legale difensore”.
“Capita spesso che si evochi un personaggio legato a un determinato territorio – ha spiegato Franco Valente – per la sua nascita o morto in quel luogo. Questo è il legame tra Amedeo VI, il Conte Verde, e Santo Stefano, dove morì di peste nell’antico castello del posto, dopo essersi distinto in tutta l’Europa per la sua valenza di guerriero, di legislatore e, soprattutto, di mediatore delle crisi internazionali. Risolse alcune controversie nel mondo allora conosciuto, quando offrì il suo aiuto all’Impero Bizantino per liberare Adrianopoli, provando a dare una risoluzione allo Scisma d’Oriente; oppure quando fu chiamato come ‘arbitro’ per mettere d’accordo i mercanti genovesi e veneziani sulla gestione del mercato medio-orientale. È stato un grande personaggio – ha concluso Valente la sua lezione di storia – e, come lui, c’è da sottolineare che non sono stati pochi coloro, legati al Molise, che hanno contribuito a scrivere la storia del Belpaese”.