La prossima seduta del Consiglio comunale sarà “esplosiva” (si passi la battuta) in quanto verrà iscritta, addirittura con urgenza, la proposta di realizzazione di un deposito di materiale esplodente (categoria V gruppi D e E) a contrada Camposarcone. L’area scelta dai richiedenti è agricola e il Consiglio comunale, per permettere il suddetto insediamento, voterà la variante della destinazione urbanistica da agricola a produttiva, stante la proposta di delibera proposta dall’assessore all’urbanistica Chierchia.
Sulla delibera, peraltro, pende un ricorso al Tar trasmesso all’amministrazione comunale sin dal 21 maggio e che, per i misteri della comunicazione e così come già avvenuto in precedenza per l’impianto a biomasse e per l’intervento sull’Ariston, l’assessore si è ben guardato dall’informare consiglieri, capigruppo e la stessa maggioranza che ne sono venuti a conoscenza solo da pochi giorni.
Un comportamento scorretto, ma appunto non è il solo, da parte dell’assessore che di fatto limita l’azione amministrativa e politica dei consiglieri comunali e dei gruppi consiliari, immaginando di poterli relegare a burattini cui a comando fare alzare o abbassare la mano.
L’insediamento, per legge, va localizzato nelle zone destinate ad insediamenti produttivi e nei nuclei industriali (non sotto casa) e non in un’area agricola peraltro nei pressi del nucleo abitativo di c.da Camposarcone e della chiesa Madonna del rosario, e nelle cui vicinanze insistono insediamenti agricoli (coltivazioni e allevamenti).
L’intergruppo non ci sta a questo gioco e nel rimarcare ancora una volta l’assoluta assenza di informazione, coinvolgimento e potestà decisionale (una sola riunione interlocutoria aveva addirittura ingenerato l’idea che il deposito fosse a c.da Polese/Mascione) preannuncia che adotterà tutte le iniziative consentite da leggi e regolamenti per contrastare tale decisione che, comunque, non è suffragata da alcun interesse pubblico.
I capigruppo consiliari
UDC – Michele Ambrosio
PPI – Lino Colarusso
DC – Elio Madonna