Accoglienza migranti in Molise: “bando all’odio razziale, riscopriamo il senso di umanità”

I recenti attacchi intimidatori ai danni dei due centri di accoglienza, a Belmonte e Pescolanciano hanno, anche in Molise, scosso le coscienze sul tema dei flussi migratori.

In particolare alcuni partiti e associazioni, quali Radicali Molise, Liberi e Uguali, Potere al Popolo, Legambiente, Movimento Federalista europeo e Arci sono scesi in piazza Prefettura a Campobasso per esporre le ragioni del dissenso verso ogni espressione di odio e rabbia razzista. A margine del confronto dialettico si è proceduto alla raccolta di firme, come già in atto sul piano nazionale, a favore della proposta “welcoming Europe”, finalizzata a promuovere la legalità nei meccanismi europei di accoglienza dei profughi.

Per citare un dato reale, secondo  l’ultima stima del ministero dell’interno, (risalente al maggio scorso) in questa regione sono presenti 2677 migranti, pari allo 0,8 per cento della popolazione locale. Sono pochi. Sono tanti. È difficile dirlo. Infatti se una maggiore accoglienza potesse rappresentare per questo territorio l’opportunità di ripopolare borghi ormai vuoti, oppure nuova forza lavoro per dare impulso alla crescita del settore primario, dovremmo dire ben vengano altri migranti.

Viceversa, continuare sulla strada dell’apertura per vedere aumentare le fila di accattoni e nullafacenti in una regione dove la disoccupazione ha messo sul lastrico già tante famiglie, inevitabilmente ciò potrebbe provocare ansia e risentimento soprattutto fra gli strati sociali più disagiati. Da qui la necessità di potenziare l’aspetto dell’integrazione oltre quello della mera accoglienza.

Il tema è spigoloso, ma va affrontato con buon senso, rispetto e senza pregiudizi, egoismi e tanto meno violenza. Come ha ripetuto in queste ore il presidente Mattarella: “l’Italia non deve diventare un Far West”.

Rossella Salvatorelli

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