Il 2 agosto per Roccavivara è un giorno speciale, sono ormai diversi anni che viene celebrata la “Giornata dell’anziano”: appuntamento annuale dedicato alla cultura della salute e della prevenzione.
Ideatrice dell’evento fu la professoressa Pina Sallustio, Direttore del Dipartimento Servizi della Fondazione e docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, nativa del centro alto molisano. Da allora ogni anno la Prof. come viene affettuosamente chiamata, ripropone questo appuntamento sempre in stretta sinergia con l’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Franco Antenucci.
Quest’anno le relazioni scientifiche sono affidata a Carlo Maria De Filippo, Direttore del Dipartimento Malattie Cardiovascolari della Fondazione Giovanni Paolo II, e Pietro Modugno, Responsabile dell’UOSD di Chirurgia Vascolare.
Si parlerà di “la malattia aterosclerotica: le varie facce della stessa medaglia”. L’aterosclerosi (più spesso conosciuta nel mondo laico come arteriosclerosi) è una condizione patologica caratterizzata da alterazioni della parete delle arterie, che perdono la propria elasticità a causa dell’accumulo di calcio, colesterolo, cellule infiammatorie e materiale fibrotico.
L’aterosclerosi è un fenomeno associato all’accumulo di componenti patologiche nel contesto delle pareti vascolari. Una delle forme più diffuse di tale patologia è l’aterosclerosi, caratterizzata dalla formazione di placche parietali contenenti materiale amorfo, colesterolo, cellule muscolari lisce, cellule infiammatorie e cellule provenienti dal sangue. Se la placca protrude nel lume vasale può arrivare a ostacolare il flusso ematico al suo interno. Un’eventuale rottura della placca stessa, abitualmente rivestita da un sottile cappuccio fibroso e da cellule endoteliali, può portare a trombosi e a obliterazione completa del lume del vaso, con conseguente interruzione del flusso ematico. Una volta instauratasi, l’aterosclerosi appare come un processo irreversibile e in potenziale, continua espansione: uno stile di vita adeguato e trattamenti mirati al controllo di diabete e ipertensione, oltre che alla riduzione del colesterolo, possono prevenire la formazione delle placche e rallentare il peggioramento dell’aterosclerosi in corso.
L’aterosclerosi è comunemente associata all’invecchiamento. Tuttavia, livelli elevati di colesterolo nel sangue, l’ipertensione arteriosa, il fumo di sigaretta, il diabete mellito e la familiarità possono favorirne la comparsa anche in età giovanile. Al tutto possono contribuire un’alimentazione ricca di grassi, il consumo eccessivo di alcolici, un’attività fisica insufficiente e il sovrappeso.
In genere l’aterosclerosi di per sé non provoca sintomi fino a che non compromette il flusso del sangue all’interno delle arterie. Il restringimento delle arterie e la loro occlusione, prodotta dalla formazione di un trombo, generano ischemia e infarto nel territorio a valle delle stesse. I sintomi dell’ischemia e dell’infarto saranno diversi secondo che l’aterosclerosi sia localizzata nel territorio coronarico (angina, infarto miocardico), cerebrale (ictus o TIA), intestinale, renale o periferico (arteriopatia obliterante arti inferiori).
Per prevenire l’aterosclerosi è importante condurre uno stile di vita salutare caratterizzato da un’alimentazione sana, equilibrata e povera di grassi di origine animale e un’attività fisica adeguata. È inoltre fondamentale non fumare e limitare il consumo di alcolici.
L’aterosclerosi non si associa necessariamente a segni obiettivi rilevabili alla visita medica. In caso di restringimento di un grosso vaso arterioso (es. carotide) si può manifestare turbolenza del flusso di sangue al suo interno e questo si traduce in un soffio, che può essere percepito dal medico con lo stetoscopio. Sono però successivamente necessarie altre indagini quali: eco-doppler, angiografia, angio RM e angio TC
In caso di irrigidimento delle arterie è fondamentale correggere tutti i fattori di rischio cardiovascolare, agendo anche attraverso le modificazioni dello stile di vita. In particolare è necessario:evitare i cibi ricchi di grassi, soprattutto se di origine animale;limitare il consumo di alcolici; praticare esercizio fisico regolare.
Per gli individui normopeso possono bastare 30–45 minuti almeno 3 volte la settimana, mentre livelli superiori sono necessari per gli individui in sovrappeso.