“CIAO GIUSEPPE”
di Massimo Dalla Torre
Ho voluto attendere qualche minuto prima di scrivere queste poche cose, forse senza
senso, perché ci sono notizie che non vorrei mai commentare specialmente se riguardano
la scomparsa di un amico più che collega giornalista e profondo studioso. Dipartita che
e’ arrivata inaspettata e che vigliaccamente ti priva dell’indirizzo di chi ha condiviso con te
la passione per questo lavoro. Un lavoro che, se non si ama profondamente, non si
comprende, nonostante permette di conoscere uomini e cose e dopo un primo momento
di adrenalina pura ti lascia il vuoto dentro e costringe a voltare pagina e ad andare avanti
anche se con riluttanza. Una pagina che, in questo caso, se dipendesse da me, sarebbe
meglio non riempire perché le parole si affastellano nella mente tanto da non permettere di
mettere nero su bianco; eppure bisogna farlo per ricordare chi ha condiviso ideali, gioie e
amarezze cercando di dare una spiegazione anche alle cose più inusitate. Questa no.
Questa non volevo scriverla: la scomparsa Giuseppe Pittà, anzi Giupeppe come
scherzosamente amavo chiamarlo è dura perché le dita s’irrigidiscono sulla tastiera tanto
da non potere andare avanti. Lo avevo conosciuto anni fa al centro di lettura di Oratino
suo paese natale e da quel momento ci siamo sempre confrontati su temi che ci hanno
accomunati perché amavamo la cultura e il bello contenuto nei libri compagni di vita.
Uomo ma soprattutto giornalista che ho apprezzato per la sua eleganza, sagacia,
signorilità, intelligenza e per come si porgeva all’interlocutore. Per questo e’ difficile dover
scrivere di lui perché significa scrivere di chi non si e’ mai fermato davanti a nulla anche se
sapeva di attirare le critiche dei cosiddetti “opportunisti” trovandoci sempre sulla stessa
linea dove domina l’effimero e il non senso. Fortunatamente Giuseppe li conosceva, li
studiava, li soppesava tanto da mettere in risalto il lato nascosto senza però mai varcare il
limite di guardia. Questo era Giuseppe. Ora che non ho più il privilegio di confrontarmi e
parlare con lui che ha risposto a un editore con la “E” maiuscola cui prima o poi dovrò dare
conto per l’operato umano, sarà difficile andare avanti anche se sono sicuro che, nella
redazione in cui è ora, continuerà a porre l’attenzione che metteva ogni qualvolta chiedevo
il parere sui servizi televisivi che realizzavamo a TLT che ci ha visto ancora una volta vicini
ma soprattutto collaborativi uno con l’altro. Ciao Giupeppe grazie di aver permesso di
apporre la mia firma affianco a quella tua amico mio…