di Massimo Dalla Torre
Sono passati 18 anni da quel tragico 11 settembre che ha segnato profondamente tutti indistintamente. Immagini lontane nel tempo che, però difficilmente potranno essere cancellate perché sono la personificazione di chi si è posto fuori dalla società e che ha voluto ferire profondamente il sistema, anche con tutte le sue distonie. Il quale, non immaginava assolutamente che quella mattina potesse abbattersi sulla centralissima Ground zero sita nel cuore della grande mela un vero e proprio tsunami di fuoco e distruzione. Sensazioni e immagini che ancora albergano in noi testimoni di un modus vivendi in cui le incongruenze e le storture spesso fanno da sfondo a drammi di persone soggiogate dall’imperialismo di chi non è in linea con l’attuale. Incongruenze legate a doppio filo a chi nel corso degli anni ha cambiato nome e volto ma non modo di agire. Al kaida, Isis, nuove formazioni il cui credo è la jihad ossia la guerra santa all’occidente simbolo di benessere che ha un’unica colpa, quello di non essere in linea con chi ha distrutto anche simboli di civiltà che affondano le radici nella notte dei tempi. Formazioni terroristiche che inneggiano ad ideali che portano all’odio senza sapere che sono loro ad essere dalla parte errata; ecco perché il mondo deve ricordare quello che è accaduto. Un ricordo che si può toccare con mano non solo guardando lo scorrere delle tragiche sequenze trasmesse da tutte le televisioni del mondo ma visitando quello che è il luogo simbolo caratterizzato da fontane che portano scritti sui basamenti che le impreziosiscono i nomi di chi è stato colpito vigliaccamente mentre era intento a dare il proprio contributo lavorativo alla società americana odiato nemico di chi mise in atto gli attentati alle torri gemelle che oggi, come ieri, insegnano al mondo con dignità che la democrazia e’ una parola cui bisogna far riferimento cancellando definitivamente il lato oscuro che ha caratterizzato e caratterizza chi vive fuori dagli schemi il cui leit-motiv sono ordigni, armi, terrore e non curanza per la vita che è il bene più prezioso che nessuno ha il diritto di calpestare, anche se non si pensa allo stesso modo.
11 settembre: una giornata impressa nella memoria collettiva
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