Aldo Patriciello, eurodeputato uscente è ricandidato per la terza volta per il voto del 25 maggio con Forza Italia. Parliamo con l’eurodeputato di euro, dell’importanza dell’Unione Europea e delle motivazioni di questa terza ricandidatura.
Onorevole Patriciello siamo ormai alla chiusura della campagna elettorale per le europee. Quali sono i temi fondanti e che cosa l’ha spinta a cimentarsi di nuovo con l’elettorato per il terzo mandato consecutivo?
“ Innanzitutto vorrei ribadire che ho scelto di continuare ad essere presente in Europa perché fermamente convinto della sua indispensabilità dal punto di vista dello sviluppo dei singoli paesi e dell’economia comunitaria. Un sistema efficiente che, oltre a garantire i valori fondanti dell’Unione, sostiene le progettualità dei singoli stati e dei territori locali di essi.
Io ho sempre lavorato per il mio territorio e credo che non ci sia istituzione migliore per tutelare l’interesse dei cittadini. Spesso sono proprio questi ultimi, i cittadini intendo, a non avere contezza di ciò che è possibile fare. Per questo nei miei due precedenti mandati ho sempre accolto centinaia di persone, amministratori, scuole, professionisti, cittadini a Bruxelles e Strasburgo proprio per far toccare con mano di cosa parliamo. Sono convinto, inoltre, che l’esperienza maturata sia il migliore biglietto da visita per chi vuole continuare a produrre ed a dare il proprio contributo al miglioramento delle condizioni del proprio Paese. Il prossimo semestre europeo, infatti, sarà caratterizzato dall’impronta italiana con la Presidenza del Consiglio dei ministri europeo. Dal 1 luglio, quindi, dobbiamo fare in modo che i prossimi mesi siano decisivi per l’Italia e solo chi conosce approfonditamente la ‘macchina europea’ può far valere i bisogni e le necessità del nostro Paese. Interessi che ho portato avanti anche nel corso di questa campagna elettorale, quelli che riguardano più da vicino la vita dei cittadini e che saranno la priorità del prossimo Parlamento europeo quali la crescita, la modifica di alcuni vincoli di bilancio che impediscono la ripresa degli investimenti; le iniziative necessarie per un approvvigionamento energetico moderno, economico e sostenibile. Il tutto con un occhio di riguardo al Mezzogiorno affinché sfrutti appieno le risorse e le opportunità che vengono dall’Europa. Il mercato unico rappresenta uno strumento potente per raggiungere i nostri obiettivi e non dobbiamo lasciare che la politica dell’opposizione, della violenza verbale, del distruggere ogni cosa che con sacrificio viene creato prenda il sopravvento”.
Cosa risponde a chi chiede l’uscita dell’Euro e quindi dall’Unione?
” Che è una cosa impossibile a meno che non si voglia ritornare ad una moneta completamente svalutata e minare fortemente il debito sovrano. L’euro resta un punto fondamentale della nostra Unione e non esiste una moneta senza Stato. Aver introdotto una valuta comune senza un Governo comune è stata una scelta che abbiamo pagato solo adesso, col rischio di mettere in discussione quanto di buono fatto fino ad oggi. A coloro che vogliono far credere, sapendo di mentire, che l’unica soluzione alla crisi sia l’uscita dall’euro dico di evitare di fomentare inutilmente le persone che invece devono credere nell’Europa e nell’Euro. Tornare alle svalutazioni competitive significherebbe spostare le lancette dell’orologio indietro di oltre 60 anni, significa non avere più un potere d’acquisto e lo stesso peso in Europa, significa vanificare il lavoro di anni. Gli euroscettici, poi, giudicano solo sulla base della sfiducia che ha creato la crisi economica senza mai soffermarsi sulle conquiste di questi ultimi 64 anni”.
Lei ci parla spesso, infatti, dell’essenzialità dell’Europa all’interno di un discorso di rilancio dell’economia comunitaria e dei singoli Stati membri. Su cosa dovremmo focalizzare la nostra attenzione?
“Innanzitutto vorrei sottolineare che tutti noi dobbiamo interiorizzare i valori fondanti dell’Unione Europea affinché le nuove generazioni capiscano che l’occasione per un futuro sereno viene proprio da Bruxelles e da quello che rappresenta. Dobbiamo invertire il senso di sfiducia dilagante dei cittadini nei confronti delle istituzioni, anche europee, attraverso il dialogo costruttivo tra amministrato ed amministratore. Dopo questo ci sono le opportunità. Abbiamo nuovi e migliori programmi che, con la nuova programmazione 2014-2020 per la politica di coesione, ci aiuteranno a sostenere la crescita e lo sviluppo del nostro territorio. Indispensabile da questo punto di vista la conoscenza delle procedure europee affinché le amministrazioni regionali e locali possano approcciarsi con l’istituzione comunitaria in maniera trasparente e produttiva. Promuovere l’informazione è il primo passo verso il più importante obiettivo per il Sud, la sua ripresa economica, il suo riscatto eliminando il gap con il resto d’Italia. Questo è un punto cruciale e decisivo, sul quale occorre lavorare con la massima tempestività e serietà. La burocrazia è il primo ostacolo da rimuovere al fine di velocizzare la procedura di finanziamento. Gli enti territoriali devono essere prepararti e informati, non dobbiamo ripetere l’errore fatto in passato soprattutto per il Mezzogiorno quando i fondi strutturali destinati allo sviluppo sono stati utilizzati per altri scopi. Io mi batto affinché vengano promossi canali d’informazione e formazione diretti soprattutto alle amministrazioni locali e decentralizzate”.
Lei, onorevole, ha sempre preferito il rapporto con il territorio perfino al lavoro a Bruxelles. Com’è andata nel corso di questa campagna elettorale?
“Si, ho sempre preferito il contatto e il dialogo con la gente e con i miei elettori alla scrivania. Nelle ultime settimane ho girato l’intera circoscrizione, ho toccato anche i Comuni più piccoli da Teramo a Reggio Calabria senza fermarmi mai. E non l’ho fatto solo perché siamo in campagna elettorale perché le persone, gli amministratori, le associazioni, che ho incontrato già mi conoscevano perché ho lavorato insieme a loro in questi cinque anni di mandato. Io non chiedo il voto perché voglio fare una nuova esperienza ma lo chiedo affinché possa continuare il lavoro che, insieme al mio staff ed al mio territorio, ho svolto in questi anni. Lo sottolineano i dati sulla mia attività parlamentare che non si riferisce solo alle presenze ‘ufficiali’ ma a tutto ciò che in cinque anni viene prodotto”.
A questo punto ci dia anche un anticipo sulla chiusura della sua campagna elettorale? Prediligerà ancora una volta il Molise?
” Certo che sceglierò di nuovo il Molise. La mia esperienza parte dalla mia Regione e qui deve essere convogliata. Chiuderò la mia campagna elettorale venerdì sera, 23 maggio 2014, alle ore 22:00 a Venafro, in Piazza Portauova insieme a tutti coloro che vorranno condividere con me questa straordinaria esperienza”.