Antonio Battista, consigliere di minoranza uscente al Comune di Campobasso, vincitore delle primarie di coalizione, è il candidato sindaco del centro sinistra con a supporto 11 liste: artito Democratico, Italia dei Valori, Partito dei Comunisti Italiani, Sinistra Ecologia e Libertà, Partito Socialista Italiano, Centro Democratico, Unione di Centro, Popolari per l’Italia, LAB Campobasso, Realtà Italia, Segnale Civico. Battista, tesserato del PD, ha avuto l’appoggio, durante la campagan eelttorale del governatore Frattura, del segretario di partito Fanelli, dell’onorevole Leva, del Senatore Ruta e altri big a livello nazionale. La vittoria sembrerebbe scontata, come lo fu cinque anni fa per Gino Di Bartolomeo e le sue 11 liste, ma voci insistenti parlano di un possibile ballottaggio.
Abbiamo incontrato il candidato sindaco Antonio Battista presso la sua sede elettorale.
Antonio Battista, dopo una lunga militanza proprio al Comune di Campobasso, oggi si candida a primo cittadino, una decisione arrivata solo oggi o già ci aveva pensato in passato?
” No, sono riflessioni fatte intanto all’interno del Partito Democratico, poi consolidatesi con la vittoria alle primarie di coalizione. Non credevo che un giorno avrei potuto fare o meglio chiedere la candidatura al partito e ai cittadini di Campobasso. Sono cosciente della responsabilità che occorre per amministrare questa città”.
Quanto conta per lei l’esperienza politica – amministrativa maturata in questi anni?
” E’ fondamentale, sapere e conoscere i meccanismi, conoscere i meandri dell’organizzazione del comune, sapere come funziona la macchina burocratica ed organizzativa. Conta oltre all’esperienza la conservazione dell’entusiamo, se resta solo l’esperienza e la passione è scemata non credo possa giovare a chi vuole fare il sindaco”.
A proposito lei cosa cambierebbe della macchina burocratica?
“ Al comune di Campobasso va riorganizzata completamente, una riorganizzazione necessaria perchè attualmente c’è caos, ed è necessario un intervento serio, e di pari passo l’attualizzazione, bisogna essere al passo con i tempi, snellire la burocrazia, motivare le persone, valorizzare la risorsa umana, la politica da sola non fa nulla. E’ la città da tenere in estrema attenzione anche attraverso i servizi che vengono offerti”.
Quindi cambierebbe anche il modo di rapportarsi ai cittadini?
” Certo, il sindaco, la giunta e il consiglio hanno diversi ruoli e diverse responabilità ma lavorano per il bene comune, bisogna essere in grado di lavorare in sinergia e sapersi rapportare anche con l’esterno. Credo sia importante anche saper essere coerenti, mi spiego, abbiamo un programma che deve essere rispettato, non deve rimanere sulla carta, è necessario anche riuscire a portare a termine azioni politico – amministrative che siano di beneficio alla città ed ai cittadini“.
Per cinque anni abbiamo sentito parlare di cassa comunale in rosso, ostacolo Patto di stabilità, etc. etc.
“ Il Patto di stabilità esiste dal 2000, certo cambiano i meccanismi di calcolo del Patto, man mano che passa il tempo diventano sempre più stringenti, ma è un meccanismo che se si è bravi a gestire non crea poi blocchi. Per gestire il Patto di stabilità ci vogliono capacità , competenza e coraggio, per rimanere nei limiti di legge di spesa”.
Le problematiche di Campobasso sono tante, qualora fosse eeltto sindaco a cosa darebbe la priorità?
” In realtà mi ha già suggerito una cosa, riorganizzare la macchina organizzativa, poi occorre riaprire tutte le opere non ultimate, senza voler entrare in polemica, ma in cinque anni non è stato completato o riaperto nessun cantiere, e programmare azioni future, nel frattempo però occorre garantire servizi di qualità, occorre mettere in essere azioni strategiche, come la raccolta differenziata,la raccolta differenziata, oggi al 13%, “il nostro impegno è portare Campobasso tra le città più pulite d’Italia attraverso la raccolta differenziata e il ciclo integrato dei rifiuti e a vincere il premio nazionale di ‘Comune riciclone, ancora un piano per il verde pubblico cittadino, in più occasioni ho parlato di un regolamento sull’amministrazione condivisa e partecipata per la gestione di spazi verdi. Oggi i circa cinque ettari e mezzo comprendono oltre 30mila metri quadrati di spazi completamente abbandonati mentre per i restanti c’è bisogno di costante manutenzione”.
Non si può dimenticare il “settore commercio” di Campobasso che sta attraversando una forte crisi.
” Assolutamente, quotidianamente ho una grande attenzione verso il settore, le vertine chiuse le troviamo sia in centro che in periferia, il commercio è in crisi in tutta la città, occorre pensare ad azioni ad hoc, ripopolare la città, valorizzare i prodotti. Si può ragionare sulla Zona Franca Urbana su scala regionale, che sostanzialmente genera benefici di tipo fiscale e tributario a livello regionale, occorre dare ossigeno all’impresa, ai commercianti. Alla base però bisogna mettere l’interesse per la città di Campobasso “.
In altre regioni, in altre città, è il turismo che traina un pò l’economia, ma in Molise e in particolar modo a Campobasso?
“ Il turismo è carente in regione, dobbiamo capire se quello che abbiamo può interessare a livello turistico, anche di nicchia, e direi proprio di si. Abbiamo la possibilità di creare delle filiere, degli itinerari a tema, dove il fulcro è Campobasso, ma poi ci si sposta anche ai comuni limitrofi. Penso a percorsi enograstronomici, religiosi, archeologici, le nostre tradizioni, cosa ci manca? Bisogna iniziare a ragionare di filiera, collaborare e investire. In tutto questonon dobbiamo dimenticare le varie associazioni che operano sul territorio, che hanno una conoscenza sia del territorio che delle tradizioni”.
In tutto questo ci deve essere anche una collaborazione con l’Ente Regione?
“ Io credo che sia superfluo dichiararlo, dovrebbe essere sottinteso. Certo i compiti e le responsabilità istituzionali sono diverse, oltre alle istituzioni la collaborazione va fatta con el associazioni di categoria, con i sindaci dei comuni limitrofi, con le associazioni culturali, con i comitati di quartiere”.
Il Piano regolatore, lei cambierebbe qualcosa?
” Va rivisto sicuramente, non penso a colate di cemento, ma alla necessità di recuperare buona aprte del territorio cittadino, questo vuol disegnare le infrastrutture di cui necessitano i quartieri, la viabilità adeguata. Il Piano regolatore deve essere rivisto e ragionato”.
Nei ultimi giorni si parla di un possibile ballottaggio, lei cosa pensa?
“ No, non ci sarà. Chi lo dice pensa di intimorire l’elettorale, non ci sono nè circostanze nè presupposti, le mie 11 liste stanno lavorando, dopo l’intervista continuo ad incontrare gli elettori in città, la gente mi manifesta consensi. Noi abbiamo una proposta politica, gli elettori di Campobasso possono guardarci e sceglierci con fiducia”.
Per chiudere, al voto di protesta si sta facendo spazio l’astensionismo, vuole fare un appello ai cittadini?
“ La respinsabilità di chi fa politica è quella di decidere, fare scelte, assumersi le responsabilità e lavorare per il bene comune. Credo che i cittadini debbano avere la responsabilità di partecipare con il voto, il voto cosiddetto di protesta, o l’astensionismo non porta da nessuna parte. Occorre valutare i programmi, le idee, le persone, l’esperienza, come dicevamo prima, ed anche il vissuto ed il passato di una persona”.
(intervista del 22-05-2014)