Giovanna Viola, giovane biologa molisana, presidente del Cus Molise, ha deciso di cimentarsi nell’esperienza delle amministrative, candidandosi nella lista del PD a sotegno di Antonio Battista.
Giovanna per te è la prima esperienza in questo campo perchè hai fatto questa scelta?
“ Io ho deciso di rimanere in Molise a lavorarci, a differenza di molti miei coetanei, credo fortemente in questa terra, la mia scelta nasce dal fatto che voglio impegnarmi per la mia città. Credo che serva una partecipazione attiva anche dei giovani”.
Sia a Campobasso che a Termoli in queste amministrative ci sono cinque candidati sindaci ma nessuna candidata. Cosa ne pensi?
” E’ un argomento che credo non vada sottovalutato. Da una parte è importante che ci sia questa attenzione per le candidature femminili, ma ciò che mi lascia perplessa è il fatto che ci sia poca attenzione per le capacità dei singoli, si sposta l’attenzione sulla preferenza di genere e non sulla possibile candidatura di una donna perchè merita. Bisognerebbe parlare di capacità, esperienza, intelligenza delle singole persone e non fare una differenziazione di genere. Un paese democratico dovrebbe avere attenzione per la meritocrazia, anche se devo dire le donne si stanno facendo strada anche in politica“.
Giovanna tu sei da sempre attiva nel settore dello sport, è una esperienza che potrebbe aiutarti?
” Non so se in questa occasione potrebbe aiutarmi, ma ti posso dire che lo sport e le regole, aiutano nella vita. Chi fa sport, chi è un atleta, riesce ad avere regole e comportamenti leali nella vita. Si impara a lavorare in squadra, ma lo sport è impietoso, se si hanno capacità, se si è pronti a lavorare tanto, si raggiungono risultati, altrimenti c’è una selezione naturale. Lo sport ti insegna a misurarti continuamente con capacità e coraggio, e voglia di lavorare. Non dimentichiamo che gli sportivi hanno un obiettivo da perseguire dal più piccolo al più grande, questo di dà la forza anche di lavorare con sacrificio, e ti rende forte”.
A proposito conosci bene anche la situazione delle infrastrutture sportive di Campobasso?
” Il settore delle infrastrutture sportive apre una voragine. Le problematiche sono tante, anche se non mi sento di colpevolizzare nessuno, mi rendo conto che per la manutenzione ordinaria di una qualsiasi struttura ci vogliono molti soldi. Per un Comune come quello di Campobasso, dove ci sono tante situazioni critiche, siano state fatte delle scelte più urgenti. La situazione che si è venuta a creare è frutto anche di una cultura ideologica dello sport , in generale, che manca completamente. Pensare che il Comue da solo possa ristrutturare tutte le strutture sportive cittadine sarebbe fare un discorso utopico, vanne crcate delle soluzioni alternative. Penso ad esempio ad un discorso europeo dove ci sono progetti per Percorsi Sportivi, che potrebbe portare migliorie a diverse strutture”.
Pensare ad una partnership con i privati?
“ Certo, potrebbe essere un’altra soluzione, con la gestione delle strutture affidate alle Polisportive. Qualche situazione già c’è. Il discorso andrebbe ragionato, perchè parliamo sempre di strutture comunali a servizio della collettività che non devono diventare appannaggio di pochi”.
Sport e sociale è un binomio che molto spesso va di pari passo, sei d’accordo?
” Assolutamente si , non a caso abbiamo partecipato alla presentazione dello Special Olympics è il più diffuso programma di attività sportive per persone con disabilità intellettive nel mondo. Sono 916.000 i volontari, 338.093 tecnici e 3.000.000 di famigliari contribuiscono a realizzare ogni anno 70.278 grandi eventi. L’obiettivo è favorire, attraverso lo sport, la crescita personale, l’autonomia e la piena integrazione sociale delle persone con disabilità intellettiva. A Campobasso di associazioni di volontariato ce ne sono tante, vanne coivolte in programmi come questo per esempio”.
E’ un modo per sensibilizzare soprattutto ragazzi e giovani, ma andrebbe fatto già nelle scuole, che ne pensi?
” Concordo pienamente. I ragazzi fin dalle scuole elementari vanno sensibilizzati, a qualla età sono come spugne assorbono ciò che gli viene insegnato. Dobbiamo essere capaci di stimolarli, anche attraverso lo sport, al rispetto, al lavoro di squadra, a raggiungere gli obiettivi attraverso il lavoro e ad avere un occhio di riguardo verso i più deboli. Ci vogliono regole, quelle stesse che i nostri genitori ci hanno dato”.
Per chiudere, in caso di elezione, in che settore vorresti lavorare o dare il tuo aiuto?
” Guarda in ogni caso, anche se non venissi eletta, mi piacerebbe dare il mio supporto. Certo essendo cresciuta con lo sport ed essendo biologa sarei portata in questi settori, però non precludo niente, nel senso mi piacerebbe imparare, da chi ha più eseprienza di me, mi piacerebbe essere come una spugna, come dicevamo prima, e misurarmi in altri settori. Quando mi hanno proposto la candidatura ho accettato perchè sentivo che era la cosa giusta da fare, sapendo che stavo comunque dando la disponibilità ad impegnarmi a lavorare”.
(intervista del 23-05-2014)