Lavoro nei supermercati: ”Precarietà, paghe irregolari e soldi fuori busta”

La vita nei supermercati non è delle migliori, una ricerca fa emergere un quadro a tinte fosche che colpisce in particolare i soggetti più deboli, tra discriminazioni e lavoratori stressati; contratti precari, stipendi che spesso arrivano in ritardo con gli straordinari pagati fuori busta, in più, ansia e stress,  lavoratrici a denunciare la mancanza di pagamenti regolari a differenza di quanto accade ai loro colleghi uomini. 

Al 41,9% dei lavoratori la retribuzione mensile non viene corrisposta regolarmente, per le donne sale al 61,4%, nel 27,6% dei casi le maggiorazioni di stipendio vengono pagate fuori busta.

Il 36,1% dei lavoratori ha firmato un contratto a tempo determinato; il 27,3% a tempo indeterminato; il 20,3% a chiamata; l’8,1% come stage; il 5,4% con rapporto interinale e il 2,8% di apprendistato.

Il 64,2% dei lavoratori lavora part-time, verticale o orizzontale, e il 64,1% lavora dalle 20 alle 40 ore settimanali e non sempre, secondo il 50,2%, passano le 11 ore previste dal contratto fra la fine di un turno e l’inizio dell’altro.

Una situazione di precariato e di non rispetto delle regole più elementari che fa sorgere non pochi dubbi e interrogativi.

Il 27,6% dei lavoratori vede le ore di straordinario o i giorni festivi pagati fuori busta o non vengono pagate regolarmente, una forma di sfruttamento che diventa ancora più odiosa dal fatto che a subirla sono, nel 67,3% dei casi, le donne e, nel 48,1% dei casi, i giovani dai 18 ai 24 anni, persone più facilmente colpibili e vulnerabili, questa pratica fa il paio con gli esternalizzati: il 54,2% delle ha una retribuzione diversamente inferiore del 16,4%.

Il 41,9% percepisce la retribuzione in ritardo, i soggetti più deboli, le donne nel 61,4% e i giovani dai 18 ai 24 anni nel 39,6%, persone che hanno minori strumenti di difesa e per cui i datori di lavoro si approfittano in modo scientifico e mirato.

L’87,8% afferma che sui luoghi di lavoro vengono rispettate le norme di sicurezza, salute e prevenzione, ma il 12,2% dichiara di non essere stato informato sulle normative vigenti, ma il vero vulnus riguarda le norme hccp che, per il 65,2% dei lavoratori non vengono sempre rispettate nella propria azienda.

Il rapporto con i superiori non è sereno per il 23%, sereno per il 29,9% e normale per il restante 47,1%, che si traduce in pressioni sul lavoro di cui ne risentono il 62,1%, donne e over 45 in particolare, per 47,7% ha un risvolto decisamente negativo.

Le condizioni lavorative per il 47,8% accusa stress, il 12,6% ansia, il 10,4% angoscia, il 9,4% depressione e il 7,9% uno stato di arrabbiatura continua.

Alfredo Magnifico

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